sabato 25 febbraio 2012

Il nome mio nessun saprà!

Questo è un post scritto a quattro mani: quel sant'uomo di mio marito, non solo è il padre dei miei figli e svolge regolare attività lavorativa (ovviamente nei ritagli di tempo!), ma è anche un uomo pieno di passioni. Una delle principali è quella per la muscia classica, e se un risvolto negativo di questa sua caratteristica è il suo perpetrato tentativo di farci "sorbire" le cantate sacre di Bach tutte le domeniche mattina, ovviamente scelte in base al periodo liturgico (tentativo che io boicotto proponendo Jovanotti e gli Abba), esistono numerosi risvolti positivi:

Noi non abbiamo la televisione, in casa nostra c’è stata solo i primi due anni di matrimonio (ne ha "goduto" un po’ La Sartina), ma da quando siamo nella nuova casa abbiamo sempre optato per avere un televisore su cui guardare i film che ci piacciono (e ce ne piacciono tanti).
Tuttavia ho sempre guardato con simpatia alla “voglia di storie” che i bambini hanno sempre avuto e quindi ho attinto al mio bagaglio: non sono un raccontatore di favole, ma ho una grande passione per la musica e per la musica classica. Quindi, cosa di meglio dell’Opera?
L’opera, in realtà, benché a tanti possa sembrare particolarmente noiosa, è ricca di favole, di storie bellissime e commuoventi. Non so perché sono partito da Turandot, ma questa è stata la prima, forse perché c’è una grande storia d’amore (per La Sartina) e un principe coraggioso (per Il Cavaliere e L'Ingegnere).
Turandot è una principessa di un luogo e di un tempo che non esistono e che tutti i principi desiderano sposare. Lei ha promesso che sposerà colui che sarà in grado di sciogliere i tre enigmi; il prezzo da pagare è la propria testa in caso di fallimento.
Ovviamente il nostro protagonista (di cui ignoriamo il nome), non appena la vede, s’innamora perdutamente della crudele principessa e chiede di tentare i tre enigmi; cercano di dissuaderlo il padre (ritrovato per caso) e Liù, una giovane serva rimasta fedele al padre cieco, ma da sempre innamorata di lui.
La principessa Turandot accetta al sfida, ma – quando lui sorprendentemente la vince – non vuole pagare il prezzo e sposarlo; il principe straniero propone un controidovinello: “se riuscirai ad indovinare il mio nome prima dell’alba mi ucciderai, altrimenti mi dovrai sposare”.
Si scatena la caccia e la tortura a Liù; qui il dramma: Liù, amando il principe straniero, decide di immolarsi per poter dare al suo amato ciò che lui ama, cioè la principessa Turandot.
Finale a sorpresa eccitante per gli animi sensibili – soprattutto quelli con la lacrima facile.
Ho raccontato la storia ai bambini, poi abbiamo visto insieme l'intera opera (con i sottotitoli) e quando d'estate affrontiamo il viaggio per andare in montagna, Turandot è il cd che non manca mai nel caricatore. Non manca neppure il divertimento: il siparietto di Ping, Pong e Pang, i tre funzionari addetti alla preparazione dell'eventuale matrimonio (che fino a quel momento però hanno realizzato solo funerali), che tentano di distogliere il principe dal suo intento, dicendo - tra le altre cose - che sì, Turandot ha due gambe, belle,sì, ma sempre quelle...
Queste serate con i bambini sono poi diventate un ascolto fatto per alcuni amici e trascritto qui, dove si trova la storia descritta con maggiore precisione, sono raccontati tutti i personaggi, si può trovare una selezione dei brani (per i più pigri che non se la sentono di affrontare l'intera opera) e si conclude con alcune considerazioni (personali).

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