sabato 10 novembre 2012

Venire al mondo

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Mi sono ripromessa, fin dall’inizio dell’attesa di Gru, di evitare i racconti dettagliati delle varie fasi, dei malesseri, dei momenti “tecnici” della gravidanza.
E così, onestamente, pensavo di fare anche per il parto. Perché è vero che tra donne è un passatempo diffuso quello di raccontarsi i propri parti (non so quante volte l’ho fatto io), e ora che ne ho un certo numero alle spalle mi capita spesso di ripensarci, di confrontare le sensazioni, rivivere quello che è accaduto.
Anzi, ultimamente, prima della nascita di Gru, il mio pensiero era proprio concentrato sul “fantasma dei parti passati”, non con eccesiva paura (ho avuto tutti parti splendidi), ma come cercando di anticipare a me stessa quello che sarebbe accaduto.

Ed invece ogni volta è davvero tutto diverso.
E se anche non penso valga la pena riportare la cronaca minuto per minuto (ora per ora…) di quello che è accaduto, non posso fare a meno di raccontare le novità di questo sesto parto.
Perché questa volta, anche grazie alle esperienze precedenti, sono arrivata preparata: su consiglio dell’amica ostetrica con cui ho partorito gli altri figli (e che ora non lavora più in ospedale), avevo preparato un “piano del parto” scritto.
In pratica, la cosa che desideravo di più era di poter tenere subito Gru con me (La Popetta e La Streghetta, per motivi che io considero “futili”, sono state messe in culla termica per diverse ore, e mi è pesato molto). Già che c’ero, però, ho domandato pure che il cordone venisse tagliato solo dopo aver smesso di pulsare, e che io potessi tenere Gru con me “pelle a pelle”, fino al taglio del cordone.
BorsettaEd è accaduto così: sabato sera (il 27) ho finito di cucire una borsetta, che mi era stata commissionata per il compleanno di una bambina. Poi mi sono guardata una puntata di una serie televisiva, insieme a quel sant’uomo di mio marito. Sui titoli di coda, mi si sono rotte le acque. E sono saltata su dal letto con una agilità imprevedibile (avevo il terrore di rovinare il materasso).
Per Grazia (come altro chiamarla?) in casa c’era quella che potremmo definire la “nona campanella”, una persona che desideravo tantissimo fosse con noi il giorno della nascita di Gru, di fatto un membro effettivo della famiglia. Dormivano tutti, l’abbiamo avvisata e siamo partiti per l’ospedale.
A questo punto sono iniziate le ore di attesa: anche le ostetriche erano certe che in un attimo tutto si sarebbe compiuto, ma per un giorno quasi sono rimasta lì ad attendere, senza il minimo doloretto. Giusto la flebo di antibiotico e qualche monitoraggio (per fortuna non troppo “invasivo”). Il reparto maternità del nostro ospedale è in ristrutturazione, per cui per me i locali erano nuovi e mi sono presto resa conto che anche le procedure nel tempo sono cambiate.
Le ostetriche (fantastiche) mi hanno permesso di occupare una stanzetta vicina alle sale travaglio/parto, Non volevo stare in reparto la domenica pomeriggio… per tre ore ci sono le visite e io, con la mia camicia da notte coi gattini e le calze bianche per le vene mi sentivo orrenda.
Il pomeriggio è trascorso tra qualche sonnellino e molta noia. Ma la cena non l’ho voluta. Ero certa che Gru non avrebbe lasciato passare la mezzanotte. Il fatto era che nel pomeriggio della domenica l’ostetrica di turno si chiamava… Antonio. Per la prima volta mi è capitato di incontrare un ostetrico uomo. La qual cosa non sarebbe stato un problema enorme, in sé, se Antonio non avesse, io credo, almeno 10 anni meno di me. Non ce la potevo fare a partorire con un ragazzo così giovane: per le partorienti "attempate" come me andrebbe prevista una sotituzione dell'ostetrico, causa "imbarazzo"!! Così - è stato più forte di me -  ho chiesto a Gru di avere ancora un pochino di pazienza!
Insomma, non c’era da fare altro che aspettare il cambio turno. E così è stato: dopo Antonio è arrivata una ragazza, con capello nero cortissimo, tatuaggio e piercing: mi è risultata subito simpaticissima. I dolori erano iniziati, neanche molto forti, e lei mi ha fatto trasferire nella sala travaglio/parto, dove però mi ha lasciata sola e tranquilla (con quel sant’uomo ormai stremato dall’attesa, che sonnecchiava in poltrona, anche perché se appena apriva bocca lo redarguivo: “non farmi domande durante le contrazioni!”). Penombra e tranquillità, ho potuto fare tutto quello che volevo: alzarmi, stendermi, sedermi, come preferivo. E ho cercato con tutta me stessa di godermi il momento, e anche il dolore. Ho pensato spesso che il parto è un po’ come il purgatorio: la circostanza è indubbiamente dolorosa, ma si tratta di un dolore desiderabile, dato il bene grande che conduce!
Ad un certo punto le cose si sono fatte “serie”, l’ostetrica ogni tanto metteva la testa nella stanza, e secondo me guardandomi in faccia ha capito: una breve visita ha confermato che c’eravamo. Lì tutto il mio tentativo di "razionalizzare” anche il dolore è andato a quel paese, e ripensandoci ora mi rendo conto di come davvero il parto non sia altro che un segno della dinamica della vita. Quando credevo di non farcela più, forse più per le lunghe ore di attesa che non per l’intensità del dolore, l’unica strada è stata affidarsi a qualcuno, che era lì per me. Povero quel sant’uomo di mio marito! L’ho fatto proprio sentire inutile, perché dopo un attimo di resistenza (ricordo di aver mugugnato “ma io non ne ho voglia”), mi sono abbandonata alla donna che di fronte a me stava accogliendo il mio bambino.
In un attimo lei si è preparata, ed è intervenuta proprio solo quando mi ha vista un po’ in difficoltà, suggerendomi una posizione migliore. Con due spinte Gru è nato.
Ma la cosa fantastica è che stavolta io l’ho visto nascere, perché non sono stata costretta al classico lettino da parto, ma ho partorito su un letto normale, nel quale semplicemente si poteva abbassare la parte terminale. Perciò, invece di stendermi stremata, come era successo per gli altri, mentre Gru usciva da me l’ho visto subito. Grazie anche all’ostetrica, che per incitarmi all’ultima fatica mi ha detto: “guarda, guarda il tuo bambino!”, in un attimo la mia attenzione si è spostata da me a lui, l’ho visto, e tutto è finito (ed iniziato).
E dopo avergli fatto fare una piroetta prendendolo per i piedi (ho fatto in tempo a pensare “questa è matta”!), l’ostetrica mi ha dato in braccio il mio bambino… La manovra che ha eseguito è stata necessaria per srotolare i due giri di cordone che Gru aveva intorno al collo.
Solo a quel punto è stato mandato a chiamare il pediatra. E io lì avrei davvero abbracciato quella ragazza, che mi ha dato il tempo di godermi il mio bimbo mentre il medico saliva da pediatria (di solito lo chiamano prima del parto, e il bimbo viene portato via subitissimo…). Così ci siamo conosciuti subito, mentre era ancora attaccato a me, e solo quando siamo stati pronti il cordone è stato tagliato e il papà l’ha portato a fare il “tagliando”; mentre l’ostetrica si occupava di me (con grande delicatezza e rispetto).
Quando quel sant’uomo, commosso, è tornato con il nostro bambino in braccio, mi sono alzata e con le mie gambe ho raggiunto la poltrona, dove Gru ha potuto godere la sua prima poppata. Luci soffuse, e solitudine: siamo stati due ore noi tre soli, insieme.
Devo dire che è stata in assoluto l’esperienza di parto più bella (anche se altri sono stati più veloci, e un pochino meno dolorosi), ma mai l’avevamo vissuto così: anche quel sant’uomo dice di non essersi mai commosso in questo modo.
Poi, quando alle due di notte ho raggiunto la camera, io e Gru abbiamo trascorso ancora molte ore a ciucciare, a guardarci, a conoscerci. Per la prima volta la prima notte dopo il parto non è stata uno stress incredibile (nonostante le tante ore trascorse in attesa prima), ma carica di serenità.
Poi, per carità, sono arrivate le ragadi e i crampi uterini (credevo, dopo due giorni, di dover partorire di nuovo, data l’intensità dei dolori)… Gru è piccinissimo (nato 2,730kg. ha perso parecchio con il calo fisiologico, e siamo appena in ripresa) , e la partenza dell’allattamento, come per tutti i miei bambini mignon, è in salita. Perciò questo post ha richiesto quattro giorni di lavoro, e mi chiedo anche se abbia una vaga coerenza interna. 034
D’altra parte, quando alle tre del mattino mi trovo sul divano ad allattare, penso che davvero non ci sia nulla di più bello al mondo!

27 commenti:

  1. Lo so che non c'è niente di più bello ed emozionante e totalizzante.
    Un post bellissimo. Grazie Cristina e un bacio al piccolo Gru :D!

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  2. è un racconto bellissimo! anche io per la prima ho incontrato un ostetrico!!! :)

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  3. Un momento meraviglioso. Un abbraccio a te e campanelle.

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  4. mi sa che il numero degli ostetrici in giro sta aumentando, anche io ne ho incontrato uno! Giusy

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  5. quante emozioni mi ha fatto rivivere il tuo racconto.... un abbraccio grande a tutti voi.
    valentina

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  6. Un bellissimo racconto.
    Ho ancora la pelle d'oca.
    Ciao

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  7. Questo racconto mi ha toccato il cuore e mi ha fatto desiderare che arrivi presto Natale- Capodanno, quando ho il termine. Anch'io nel piano del parto ho il desiderio del taglio del cordone solo dopo che ha smesso di pulsare... per il resto il contatto immediato con il bimbo e 2 ore di solitudine del triangolo mamma papà e bimbo senza altre interferenze è già nel piano dell'ospedale... ancora in bocca al lupo per l'allattamento!!!
    chiara

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  8. Sono sempre emozionata nel leggere/conoscere esperienze di parti che appagano e votate al rispetto!

    Grazie per aver condiviso alcune emozioni del vostro percorso!

    Un sincero abbraccio!

    Marika

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  9. Tante tante lacrime...di gioia e di nostalgia...perchè anche per me questo parto è stato nettamente migliore rispetto al primo, perchè ho potuto godere di un parto fatto come volevo io, in una posizione quanto mai assurda, e di mio figlio attaccato a me da subito, facendolo poppare praticamente un paio di minuti dopo la sua nascita...e anche se non ha nemmeno due mesi e sono nel pieno del delirio, io un altro figlio così lo farei anche adesso.
    Tanti auguri per la vostra vita insieme, sono sicura che l'allattamento andrà alla grandissima, sei una forza della natura!

    PS: ma quindi le foglie di lampone non sono servite a niente?!

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  10. bene che hai avuto il parto che volevi e che Dio vi benedica!

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  11. Mi commuovono sempre i racconti di parto...ancora auguri!

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  12. Complimenti per l'arrivo del piccolo Gru!
    Non so in che ospedale tu abbia partorito, ma hanno davvero delle idee "vecchiotte" in merito.. quello che tu descrivi quasi come un dono: guardare tuo figlio che nasce, averlo sulla pancia nei primi istanti, passare con lui le prime ore è la cosa più naturale che ci sia e molti ospedali oggi la permettono. Quando Guu è nato, tra una spinta e l'altra gli ho accarezzato la testa, mi è stato messo subito sulla pancia e da li è stato chiuso il cordone subito, ma solo perchè avevo scelto di donare le cellule. Poi abbiamo passato due ore abbracciati, in attesa che facesse il brest crowl (la risalita al seno per attaccarsi spontaneamente), così come eravamo, sporchi e pieni di sangue e liquidi organici. Ci siamo separati il tempo di una pesata veloce e per spostarci da un letto all'altro, ma nessun'altra misurazione è stata fatta prima di tre ore dalla nascita. E ho partorito in un ospedale pubblico e pure in provincia. Mi spiace che ci siano realtà in cui tutto questo è un dono.

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    1. ciao gina!
      e' meraviglioso il parto che racconti e sono veramente felice che esistano le dimensioni che lo consentano.
      per me sarebbe stato un gran dono, come lo sarebbe stato un parto sereno come quello di cristina.
      purtroppo devo constatare che sono piu' "eccezionali" i parti come il tuo di quelli non cosi sereni e naturali, con picchi nella vera e propria violenza.
      il mondo non va nel verso giusto.
      io ho partorito in due ospedali di roma. tu di quale provincia sei?

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    2. Milano. Nello specifico ho partorito a Magenta, abito a metà strada tra Legnano e Magenta, ho scelto quell'ospedale proprio perchè li sapevo orientati verso il parto naturale, il rooming in e l'allattamento al seno.

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    3. Caia, la violenza negli ospedali è purtroppo la realtà che amaramente si legge dalle tue parole..
      Noi donne però possiamo molto per pretendere che questo non avvenga..nè su noi, nè sui nostri figli.
      Parto dopo parto, noi possiamo cambiare il mondo!!
      Simona

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  13. tante cngratulazioni!
    penso anche io che non ci sia niente di piu' bello in maniera cosi totalizzante.
    buona vita, gru!

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  14. Grazie per la condivisione!
    E' sempre molto emozionante sentire raccontare di una nascita, e soprattutto quando le cose vanno bene!
    ciao

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  15. in bocca al lupo per questo momento di assestamento-conoscenza, e anche per l'allattamento
    un abbraccio
    p.s. i tuoi post sono sempre carichi d'amore

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  16. che bel racconto :)
    e che bella la prima notte, ci si conosce ... ci si studia... io non dormii un secondo, la guardavo e non riuscivo a credere che fosse mia figlia... insieme strette lei nuova al mondo io appena mamma...

    e forza con l'allattamento! io ho faticato tantissimo i primi 3 mesi ... ma fra il sondino che ha fatto miracoli e la mia testa dura ... ho allattato fino agli 11 mesi...

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  17. Io invece per il mio quarto ho avuto un cesareo di urgenza, ho sofferto moltissimo per non averlo potuto tenere vicino a me, io poi ero distrutta... che nostalgia e che tenerezza leggerti... comunque son tre mesi che mi rifaccio tenendolo sempre vicino!

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  18. Ecco come fare partire la settimana piena di speranza e di amore: leggendo della venuta al mondo di Gru.
    Vi stringo con i miei pensieri tutti e quanti.
    Grazia

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  19. un racconto tenero e dolcissimo!grazie Cristina per aver condiviso questo momento(ogni giorno entravo nella pagina in attesa di notizie)!un caro abbraccio a tutti mammaSimo

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  20. Cristina, quanta magia in questo post!
    Io l'ho vissuta con il mio secondo..nato in casa e accolto dolcemente solo da noi.
    Ti auguro di portarvi appresso questa meraviglia per tanto, tanto tempo!!
    Un bacino al piccolo Gru che ha fatto vivere alla sua mamma la felicità di una vita che nasce!
    Simona

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  21. Non si può resistere, il parto si DEVE raccontare!!!
    Passa a trovarmi che ho un premio per te.
    Un abbraccio
    Ale Mammadibea
    http://wwwmammadibea.blogspot.it/2012/11/e-arrivato-un-dardo.html

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  22. Ma che meraviglia. Un caro abbraccio a tutta la tua famiglia!

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  23. Augurissimi! Il tuo quinto parto mi ricorda tantissimo il mio terzo, accaduto da poco: meraviglioso!
    Un bacio alla famiglia!
    http://ingegneristicamentemammaecuoca.blogspot.it/2012/10/e-nato-federico.html

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  24. Grazie a tutte... non sono riuscita a rispondervi una per una, ma mi avete proprio fatto tanta compagnia!

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