domenica 20 dicembre 2015

Fare spazio

Come già è accaduto nelle (ben più brevi) pause precedenti, riaprire queste pagine coinvolge anzitutto me: si apre un mondo di ricordi, e il desiderio e il tentativo di rivivere certi momenti, profumi, sensazioni, esperienze. 
Dopo essermi riletta un certo numero di vecchi post sulla gravidanza dell'Elfo, ho pensato a tutti quelli che avrei potuto scrivere (e non ho scritto) mentre La Meraviglia iniziava ad esserci, e a prendere il suo posto tra noi, anzitutto dentro di me. E tra tutti quelli che avrei potuto scrivere durante le lunghe settimane d'attesa, uno è il post cui proprio non posso rinunciare, ed è questo:


Ecco una rarissima foto del mio pancione: nonostante i sessantatré mesi di gravidanza trascorsi, ho pochissime foto delle mie pance. Perché se ogni volta, ognuna delle sette volte in cui quella seconda linea rossa è comparsa sul test e nelle nostre vite, anche quando siamo stati colti più di sorpresa, abbiamo sempre abbracciato con entusiasmo la novità di una vita donata proprio a noi, non posso dire che un uguale entusiasmo ci abbia preso di fronte alla prospettiva della gravidanza.
Oltre alle nausee gravidiche, non mi posso lamentare per davvero delle mie gravidanze, non ho mai avuto nessun problema importante, ma tanti fastidi sì. E con l'età che avanza (la mia) le cose non sono certo migliorate. Se nell'attesa dell'Elfo avevo domandato (e ottenuto) di potermi occupare del resto della famiglia come avevo fatto fino a quel momento, devo dire che questa volta questa ipotesi ci è parsa quasi un miraggio irraggiungibile. C'è poco da dire, sono stati mesi difficili. Quel sant'uomo di mio marito ha avuto la possibilità di diventare sempre più santo (e che poi non si dica che faccio di tutto per lui...): la mattina mi permetteva di rimanere a letto (per lo più insieme all'Elfo) e preparava lui la colazione per tutti, aiutava le bambine nelle attività mattutine e le portava a scuola (e poco importa se i capelli non erano sempre acconciati alla perfezione...). Moltissime sere si è trovato a cucinare tornando trafelato dal lavoro, mentre io mi ritiravo a letto al suo arrivo. E l'incombenza della spesa settimanale è ricaduta tutta sulle sue spalle, impensabile per me stare in piedi tutto quel tempo, i problemi di circolazione che già avevo avuto nelle gravidanze precedenti si sono appesantiti, ed è stata una Grazia (tra le tante) il fatto di non aver dovuto affrontare i mesi estivi con la panciona. Un altro figlio primaverile (solo La Turista per Caso è nata in primavera, tutti gli altri in autunno/inverno) era un desiderio che custodivo, un ennesimo desiderio esaudito...
Perciò, nonostante la gioia consueta nell'attesa di un nuovo cucciolo (e tra tutti Il Pianista è stato fin da subito il più entusiasta, lui aveva tanto desiderato e domandato questo sorellina), la pancia è stata (soprattutto da me) molto poco sopportata fin da subito, e "subita" più che accolta, per lunghe settimane. Finché...
... finché durate una delle visite di controllo, ad una settimana abbastanza avanzata (sicuramente dopo la trentesima, i particolari li ho ormai già rimossi) durante l'ecografia il ginecologo, mentre ci rassicurava su tutti i parametri della piccolina, ci annunciava però senza grandi entusiasmi la sua presentazione: podalica. Aggiungendo una frase di cui ricordo precisamente il suono e l'intonazione "un cesareo dopo sei parti naturali sarebbe davvero un peccato". 
Io sono entrata in crisi, immediatamente, e tornata a casa, durante la preghiera prima della cena, ho domandato ai bambini di intensificare la preghiera perché la sorellina si girasse. Devo averlo fatto in modo piuttosto teatrale, perché ricordo la preoccupazione sul volto dei bimbi, e giusto un velo di disapprovazione in quel sant'uomo, che mi ha poi suggerito di evitare di spaventare così i figli, effettivamente senza nessun motivo grave di ansia. 
Aveva ragione, c'era ancora tutto il tempo perché La Meraviglia si girasse da sola. C'era tempo e modo per informarsi: moxa, rivolgimento esterno, finanche tentativo di parto podalico... Le opzioni erano tante e solo la stanchezza di molti mesi piuttosto faticosi poteva giustificare la prostrazione cui questa notizia mi aveva portata. Mi sentivo davvero a terra, sfiduciata.
Ma quella stessa sera, mentre me ne stavo stesa a letto, arrabbiata con quel sant'uomo (eh, con qualcuno me la dovevo pur prendere, no? E il marito a cosa serve, in quei lunghi mesi, se non ad accogliere e sopportare le nostre più che naturali - e per altro lievissime - ansie e preoccupazioni?) perché mi pareva fin troppo tranquillo di fronte ad uno scenario che a me pareva spaventosissimo, proprio mentre sembrava che le circostanze si facessero più difficili, e oltre ai mille acciacchi quotidiani si fosse aggiunto solo un ulteriore motivo per pensare "stavolta non ce la faccio davvero", proprio in quel momento mi sono sorpresa ad accarezzare quel pancione, desiderando che crescesse, che facesse spazio, sempre più spazio alla mia bambina, affinché lei potesse girarsi, nella posizione migliore per affacciarsi alla vita.
In una sola serata, dopo lo spavento, l'arrabbiatura, ed anche le lacrime, improvvisamente una nuova consapevolezza si è fatta spazio dentro di me: quella bimba a testa in su mi stava dicendo qualcosa. 
Dopo essermi preoccupata per settimane principalmente della gestione della casa e dei figli già nati (e andare a riprendere i tre più piccoli a scuola al pomeriggio è stata in alcune giornate l'unica attività che sono riuscita a portare a termine - in quelli che scherzosamente definivo "viaggi della speranza"), mi sono accorta che c'era davvero già qualcun altro, di cui occuparmi. E la pancia, che mi era parsa fin lì quasi una penitenza, il fastidio e la fatica che dovevo portare, in vista del "premio" fiale - la mia bimba tra le mie braccia - è diventata improvvisamente amica, alleata. Non più qualcosa che avrei preferito evitare, ma un privilegio, un ennesimo privilegio amato.
Non ho fatto moxa, ho preso giusto un numero di telefono, ripromettendomi di informarmi per la manovra di rivolgimento esterno solo proprio a ridosso delle ultime settimane. Sono stata tanto distesa, sul fianco sinistro, ho parlato con La Meraviglia, le ho chiesto di regalarmi e regalarci una nascita felice. Ho accarezzato sempre di più quel bel pancione, il pancione più grosso che io abbia mai avuto.
Mi sono fatta coccolare da quel sant'uomo, dalle mie amiche, dai miei bambini. Ho vissuto le ultime settimane sempre stanca, sempre affaticata, ma non più rassegnata, bensì onorata per la bellezza che di nuovo mi era dato portare. E anche per quel mio corpo tutto acciaccato e sfinito, che stava collaborando veramente ad una nuova Meraviglia.

Ed ecco che, dopo una serata di balli e danze movimentante dentro di me, all'ultima ecografia La Meraviglia si era girata: una presentazione podalica che il 30 aprile, un giorno prima di una (piuttosto controversa in realtà) DPP, ha permesso una nascita rapida e meravigliosa. Avute le prime avvisaglie verso le quattro del pomeriggio, entro la sera stringevamo La Meraviglia tra le braccia, una bella bimba di 3,6 kg, di gran lunga la più grande tra i miei neonati (mentre a casa l'amica Barbara si occupava dei bambini, quasi più emozionata lei di noi). 

Le ultime settimane di questa gravidanza, così come il travaglio e il parto, sono state segnate dalla consapevolezza che fosse proprio necessario abbandonarmi, lasciare che il mio corpo creasse spazio, si piegasse, e si aprisse a quella vita in arrivo, non secondo un mio progetto e nemmeno secondo le mie preoccupazioni, ma secondo quello che stava accadendo. Anche dentro di me.
Se ci ripenso ora, dopo più di sei mesi, è veramente stupefacente come le cose siano andate: nonostante la mia grande fatica e la mia scarsa presenza, i bambini hanno continuato a crescere, si sono nutriti, lavati, vestiti. Sono andati a scuola, hanno visto i loro amici, hanno imparato cose nuove e fatto un sacco di esperienze, gite, giochi. Hanno letto libri, visto film. E hanno sostenuto la mamma, atteso la sorellina, allietato le giornate del papà. 
Di nuovo ho avuto il privilegio di sperimentare che mai il bene è contraddittorio, che tutto quello che abbiamo vissuto per "fare spazio" alla Meraviglia ci ha resi più grandi, più uniti, più felici. 
Con la disponibilità (che nei bambini è molto più immediata, io ci sono dovuta arrivare per una strada più lunga) ad abbracciare le circostanze per come si presentano, senza la pretesa di modificarle o indirizzarle secondo il nostro pensiero, anche la fatica può essere gioiosa. E amata.

Perciò, questo è il post che non potevo non scrivere, tra tutti quelli che avrebbero meritato di vedere la luce in tutti questi mesi di assenza. D'altra parte, proprio scrivendolo, mi rendo conto che non solo in gravidanza, ma spesso nelle giornate ci accade di avere delle preoccupazioni, delle ansie, e tanto spesso ci è chiesto solo questo: di fare spazio. Ad un imprevisto, ad una novità, a qualcosa di diverso dal nostro pensiero o dalla nostra aspettativa. 

Forse che in ognuna di queste circostanze, quel che ci aspetta, alla fine, è una Meraviglia?


11 commenti:

  1. ciao!
    sono approdata, per puro caso, sul tuo blog, da quello di tua figlia (che ha pochissimi anni in meno di me). e niente, volevo farti i complimenti, perché, avendo anche io una mamma con un sacco di verve e un sacco di pazienza (solo due figli e un cane, ma fa niente :), mi sono entusiasmata nel leggere le vostre avventure!
    Spero tu possa scrivere presto e spesso, perché leggere di voi mi ha davvero incuriosita!
    Spero di poterti fare gli auguri di Natale e di buon 2016 in un altro post, però intanto buonissimo periodo prenatalizio :)
    baci
    Minerva

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    1. Sì, il calzino spaiato! Un piccolo blog gestito da La Turista per Caso! http://ilcalzinospaiato.blogspot.it/

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  2. che bello leggere le tue parole echebello che sei tornata.... ungrandeabbraccio veronica

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  3. Che bello davvero ritrovarti, hai ragione sul fare spazio : durante la mia terza gravidanza a 42 anni suonati un'embolia ci ha davvero spaventati che la mamma non tornasse a casa quella sera proprio immaginabile...ma la cosa si è risolta fortunatamente in fretta solo il fastudio di un iniezione al giorno e...occuparsi finalmente a tempo pieno della famiglia è stato accogliere quell'imprevisto come un bisogni che avevo e avevamo tutti quanti,
    Bentornata anche se in ritardo Buon Natale alla tua meravigliosa famiglia.

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  4. Bentornata Cristina e benvenuta alla piccola Meraviglia, sarà un piacere tornare a leggere le vostre avventure quotidiane...
    Barbara

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  5. Felicissima di rileggerti! Ogni tanto passavo da qui e oggi ho avuto la sorpresa... Congratulazioni per la nascita della tua Meraviglia! Io a gennaio scorso ho avuto la mia seconda principessa :-)

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  6. Molto contenta di rileggerti bentornata a te e tanti auguri alla tua piccola, è vero che in ogni circostanza lieta o triste la Meraviglia ci abbraccia, basta mettere da parte le nostre pretese, le nostre convinzioni insomma fare spazio alla Meraviglia che si manifesta sempre qui e ora. Buon anno a te e alla tua bellissima famiglia

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  7. Evviva! Oggi(a pochi giorni dalla nascita della mia terza bimba) ti pensavo...e così ho dato un occhiata ma non credevo proprio di trovare tue notizie.. .invece eccoti...con un post meraviglioso...Un nuova vita....Sogno una famiglia piena di Meraviglie...Un abbraccio a tutti voi!!(Che mi siete proprio un pó mancati in questo tempo..) Paola

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  8. Torna ad aggiornarci :)

    Emy de da4leeallaustralia.wordpress.com

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